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In tempo di discussioni sulle spese militari come riserva di moneta, vale la pena domandarsi se c’è anche spazio per gli aspetti umani. Se vale ancora la pena superare un fatto “di cassa” per lasciarsi andare su registri più umani.
Ricordi.
Emozioni.
Lacrime.
Sofferenze.
Paure.
La densità del no alle guerre, del no alle violenze, sta nell’affanno disperato di chi ha negli occhi il terrore e nelle orecchie le urla. Ogni lettera raccolta da Claudia Cencini è una testimonianza sincera. Ogni parola fissata è un filo spinato che separa la pace e l’amore dal suo opposto, la guerra, il dolore. Facciamone buon uso.
Gianluigi Paragone
Per anni ho girato per mercatini, e non solo, alla ricerca di lettere d’amore dal fronte delle due guerre e quelle che mi toccavano fino alle lacrime le ho acquistate per non disperdere un patrimonio di sentimenti germogliati dal fango, dalle pietre del Carso, dalla polvere delle trincee. Ricordo la faccia di un rigattiere che mi squadrava come se avesse di fronte una mezza pazza intenta a rovistare tra mazzette di cartoline militari con la foga di chi cerca un tesoro. Non sa che l’ho trovato ed è dentro a queste pagine.
Claudia Cencini
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